Da qualche mese a questa parte un numero sempre più grande di persone si chiede che cos’è il Metaverso, una parola poco impiegata prima, fuori dal lessico anche dei più appassionati di tecnologia.
Lo è anche ora, a dire il vero, nel senso che tutti ne parlano ma nessuno sa in cosa consista veramente 🙂
Da qualche mese a questa parte un gruppo crescente di persone si domandano che cos’è il Metaverso
Ciò che è certo è che il motivo per cui le ricerche su Google – per il termine Metaverso – sono schizzate è dovuto a Facebook. Da ottobre 2021, infatti, all’evento Facebook Connect Mark Zuckerberg ha annunciato che l’azienda avrebbe interpretato il futuro di internet realizzando il Metaverso.
Nella sostanza Facebook ha cambiato nome alla società tramutandolo in Meta, sotto la quale continueranno ad esistere i marchi Facebook, Instagram, WhatsAPP e…Oculus.
Proprio Oculus rappresenta l’alfiere della trasformazione di Facebook 2D al Facebook in 3D. Oculus VR è stata comprata da FB ormai anni fa, per la cifra record oltre 2 Miliardi $ (e questo la dice lunga su come il crowdfunding sia un fenomeno da tenere sott’occhio per la sua concretezza. Oculus è partita da Kickstarter).
Ma in realtà gli affari non vanno così bene per chi opera nel mondo dei visori per VR (Virtual Reality) : la difficoltà di adozione sembra esserci ed i numeri relativi alle vendite non sono particolarmente entusiasmanti (circa 6 Mio di dispositivi venduti nel 2021) se confrontati con categorie limitrofe. Come la definirebbe il giornalista David Karpf: “Il ricco ragazzino bianco delle tecnologie”. E con questi numeri, il futuro disegnato da Mark Zuckerberg sembra vacillare un tantino.
Poi c’è la competizione. E qui veniamo alla definizione di Metaverso: Che il Metaverso rappresenti una realtà digitale completamente immersiva, siamo d’accordo. Che si componga di socialità e di gioco, in cui gli scambi avvengono per tramite di cryptovalute, ok. Ma da quale dimensione si parte? da un ambiente modellato in 3D in cui interagire con un visore (linea di pensiero di Facebook con Oculus) oppure dall’ambiente reale che viene arricchito da una realtà aumentata (linea di pensiero di Microsft con OloLens).
Personalmente credo che sia difficilissimo prevedere quale futuro immersivo ci attenda e di certo il mercato non si orienterà alla definizione di un neologismo per come immaginato da un autore di fantascienza.
Certamente il mondo reale e quello virtuale prevedono intersezioni sempre più evidenti e quindi, va da sé, anche il commercio beneficerà di questa commistione.
A ben pensarci i virtual goods rappresentano già un ambito che arricchisce non poco le tasche delle aziende di produzione di giochi. Fortnite prima di tutto, con 5,1 miliardi $ di ricavi, dimostra che certamente avere una base di utenti è importante (e Fornite ha 350 mio unici/mese) ma anche che l’acquisto di beni virtuali (i ragazzi più giovani direbbero “shoppare”) non è un trend passeggero ma un fenomeno che è qui per rimanere.
Ed è per questo che quando si parla di Metaverso non si può evitare di menzionare una moltitudine di cripto aggeggi scritti su una Blockchain, in particolare NFT o criptovalute.
La differenza tra NFT e criptovaluta è quella che passa tra un quadro di valore ed una somma di denaro. Il quadro lo puoi scambiare con una somma di denaro (non è fungibile) ma non esiste un altro quadro identico di pari valore. Una somma di denaro la puoi scambiare con un’altra somma di danaro identica e la condizione di chi riceve il denaro rimane la medesima di chi lo cede. La blockchain, invece, sta ad una criptovaluta come la carta sta alla banconota: la carta è la tecnologia, il numero stampato sopra alla carta dà il valore alla banconota.
NFT e criptovalute, quindi, sono strumenti ideali per lo scambio di beni digitali ed hanno il vantaggio di poter essere scambiati tra Metaversi differenti (se hai un tot di V-Bucks, la valuta impiegata da Fortnite, e per qualche ragione Epic dovesse fallire e chiudere il gioco, non potresti usarla su nessun altro gioco e perderesti quella somma).
Ecco quali sviluppi per il commercio online si possono intravedere, quelli fatti di una commistione di reale e digitale in cui le transazioni economiche avvengono preminentemente su Blockchain.
Tutte le aziende in possesso di un brand dovrebbero guardare ai metaversi e quale bene digitalizzare perché – verosimilmente – gli utenti disposti a “shoppare” crescerà.
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