Si dice che il digital sia “deceptive”, ovvero strisciante, subdolo, sottotraccia. Vale proprio definire il fenomeno dei marketplace in questo modo.
Il precursore di tutti i marketplace è eBay. Ha iniziato le sue attività nel 1995 e quando Pierre Omidyar, il suo fondatore, ha visto acquistare il primo articolo – un “puntatore laser rotto” – ha capito che lo spazio commerciale che aveva dinanzi era enorme: internet con il suo effetto che più avanti sarebbe stato definito di “coda lunga” avrebbero rappresentato una miniera d’oro.
A partire dalla sua fondazione, in un’altra area geografica ma sempre negli Stati Uniti, un giovane sviluppatore, dotato di intelligenza superiore alla media, stava ragionando sulla stessa opportunità correlata all’avvento di internet. Correva l’anno 1994 quando Jeff Bezos, con il suo pc poggiato su una vecchia porta impiegata come scrivania, fondava Cadabra Inc. che sarebbe poi diventata Amazon.
I due siti precursori, antesignani del marketplace, non sapevano come sarebbe stato il futuro: prodotti all’asta o a prezzo fisso? e quale sarebbe stato il ruolo della logistica? eBay non l’avrebbe “toccata nemmeno con un bastone” ma Jeff Bezos sembrava morisse dalla voglia di spendere soldi in quella direzione (quando chiuse il primo progetto, dopo aver “lanciato dalla finestra” 400 Mio $, decise di sovvertire le regole: via il manager esperto ex Walmart a capo dell’iniziativa, dentro un giovane fisico poco più che trentenne che si inventò il “caos organizzato” degli attuali Centri Logistici di Amazon nel mondo).
Oggi sappiamo che ha vinto Amazon. Lo sappiamo tutti. Amazon è mainstream. Ma non tutti vediamo così bene il “fenomeno marketplace” che rappresenta – nell’opinione di chi scrive – il futuro del retail. E a fatica scorgiamo che quella di esercitare un marketplace è un’iniziativa commerciale per imprenditori ostinati, visionari, con un background in ambito martech fuori dal comune e con capitali abbastanza “pazienti” per non trovarsi senza benzina prima dell’arrivo a destinazione.
Per ogni tre acquisti effettuati online, un po’ più di uno viene completato su un marketplace. I consumatori li scelgono per la vastità di offerta, anche dove specializzata, e per la loro focalizzazione cliente-centrica. Oggi stiamo assistendo ad uno slittamento al modello marketplace di moltissime realtà, tanto che è un ruolo difficile quello di riuscire ad annoverarli tutti, ad entrare nel merito del loro funzionamento e comprenderne punti di forza e debolezza.
In questo video ne enumero una serie tra quelli più noti o più promettenti e provo a dare una breve descrizione del loro funzionamento. Se vuoi contribuire ad elencare quelli che ho tenuto fuori, puoi farlo nei commenti a beneficio di tutti noi 🙂
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