Il Seller Central è l’interfaccia web attraverso la quale i venditori gestiscono i propri affari sul sito di Amazon. Seller Central è una componente fondamentale, quindi, del marketplace di Amazon, che rimane presidio dei venditori ed ignota agli acquirenti.
Ma sotto un profilo simbolico il Seller Central rappresenta qualcosa di più. Eh si perchè è sufficiente ricordare come circa il 50% dei ricavi del sito di Amazon siano frutto del marketplace per darci modo di notare un effetto importante di cui si nutrono altre aziende come Google, Apple o Facebook: invecchiano al contrario.
Cosa significa invecchiare al contrario? significa trovare un modo per “aggiungere valore” al tuo partner che consenta di aggiungere valore anche per te. La sua forza irrobustisce te. La sua propulsione motivazionale spinge forte anche te. I suoi interessi accrescono i tuoi. I suoi sforzi sono capitalizzati anche da te.
E come nel film “Il curioso caso di Benjamin Button”, in cui il protagonista nasce anziano per morire neonato, avviene che una società di servizi guadagni nel venderli. E per cercare il vantaggio di Amazon si possono indagare come minimo due fronti.
Il primo è che l’offerta oceanica, la visione che Jeff Bezos aveva dell’ “Everything store”, è da ricondurre in larga parte allo sforzo dei partner. Sono loro che censiscono i prodotti, lo fanno tramite Seller Central. Loro si occupano di fornire le immagini, le descrizioni accurate. E poi hanno in carico la logistica, la gestione degli stock ed il rapporto con i consumatori finali. Ma Amazon a loro serve, perché significa per molti di questi una fetta importante dei ricavi online. E continuano quindi a mettere impegno, motivazione e a perseguire il proprio interesse anche quando incompresi o bistrattati dal Supporto al Venditore.
Il secondo fronte su cui Amazon trae un diretto beneficio è nella market intelligence. Quando hai milioni di venditori che cercano i migliori prodotti, li selezionano osservando il comportamento dei consumatori, li progettano per poterli realizzare e vendere hai a disposizione un nutrito centro di ricerche di mercato a cui puoi accedere liberamente. Ti basta osservare cosa accade sul tuo sito 🙂 Ed è per questa ragione che Amazon produce prodotti a suo marchio in circa 90 categorie merceologiche: dalle pile ai portafogli di pelle.
Questa modalità di fare affari, ovvero di invertire la freccia del tempo dell’invecchiamento e trarre benefici multipli dai propri partner, vale per i prodotti in vendita su Amazon ma anche per le pagine web che Google indicizza, tra cui quelle di testate giornalistiche che fin prima di Google traevano un profitto dai loro contenuti editoriali stampati e che hanno “svenduto” in cambio di un banner pubblicitario. E vale per tutti noi quando “regaliamo” un pezzettino della nostra vita privata a Facebook che la impiegherà per meglio conoscere le nostre abitudini di acquisto da rivendere all’asta.
Non c’è un giudizio etico o morale in tutto questo. Sono cresciuto sentendo mio papà rimbrottare mia mamma quando comprava il latte scremato. Le diceva: ”Paghiamo di più perché ci levino la parte buona del latte con cui il produttore confezionerà altri prodotti da vendere”.
Intendo dire che ogni ambito d’impresa ha la sua parte di latte da scremare ma sembra difficile trovarla. Non posso far altro che augurarti buona ricerca 🙂
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