Quali sono i lavori del futuro? saper rispondere a questa domanda significa assicurarsi un posto in prima fila nel mercato di domani.
La continua accelerazione delle nuove tecnologie rende ostica la previsione. Nessuna chance per guardare avanti, quindi? difficile ma non impossibile farsi un’idea, soprattutto se fondata su ragionamenti di buon senso. Ad esempio osservando i fenomeni mainstream per comprendere cosa rimarrà nel setaccio, dopo aver filtrato ciò che è più “volatile”.
Provo quindi a classificare le professioni del futuro partendo dai trend che hanno un impatto economico significativo e che crescono. L’esercizio è complesso ma provo a differenziami da soggetti ben più autorevoli, come il World Economic Forum che ogni anno rilascia un report dettagliato e ben strutturato (che puoi trovare qui).
Al primo posto anche perché non potevo fare diversamente 🙂 L’eCommerce dopo la pandemia è diventato un canale di distribuzione irrinunciabile per qualunque azienda, anche quelle più conservative (sul sito di Bulgari è apparso il carrello nel mese di marzo 2020. Fin prima della pandemia, il sito generava lead con la prenotazione della visita in showroom). Questa necessità apre la pista ad una serie di professioni tra le più richieste in futuro (fin da ora, ad onor del vero): quella dell’e-Commerce Manager è una. Si tratta di un ruolo di responsabilità perché chi lo svolge sa coordinare le risorse del suo dipartimento e mira al raggiungimento di obiettivi concreti di carattere economico.
Ai confini del mondo e-Commerce appare un’altra competenza che riguarda un trend in crescita e che è qui per rimanere: la distribuzione del catalogo. Il catalogo può essere distribuito sui marketplace, Amazon in primis, ma anche su altre destinazioni che richiedono più o meno risorse per poter essere gestite. Possiamo immaginare di denominare il ruolo di chi avrà questa responsabilità come Dropshipping Manager. Conosce a menadito i tecnicismi correlati allo scambio di file (.csv, xml, json, ecc.) e sa entrare nel merito delle informazioni rilevanti da dover raccogliere e trasferire.
La distribuzione sui marketplace del catalogo li saturerà e, in particolare per quelli più rilevanti come Amazon, sarà necessario sviluppare le skill per poter fare marketing ottenendo traffico e rilevanza agli occhi del consumatore. La figura del Marketplace Marketer sarà orientata a conseguire questo risultato. Conosce le piattaforme di advertising dei singoli marketplace, gli strumenti per il monitoraggio e le tecniche SEO per risultare sempre più visibili ai clienti finali.
Il tempo che passa da un clic sul checkout al confezionamento e al carico sul furgone, nel caso di Amazon, è di pochi minuti. Questo risultato è frutto di una organizzazione che va dalla robotica alla logistica intermodale. Pane per i Supply Chain Manager. Una figura che si sa orientare tra formule di matematica e leggi doganali e che è quella a cui si riferisce il livello di servizio al consumatore finale.
Se è vero che il costo di acquisizione dei clienti cresce nel tempo, per ogni canale e per ogni industria, allora è indispensabile contare sul contributo dei propri fan come motore di crescita. Il Community Manager è una figura empatica, che sa essere giusta con la sua crowd e che ha a cuore il benessere sociale di ciascun utente. Si muove sui social network per raccogliere proseliti ma ama gli incontri dal vivo durante i quali fare networking. È PR dalla nascita.
L’incrocio tra moli di dati di dimensioni senza precedenti e potenza di calcolo a buon mercato ha reso realtà ciò che da anni rimaneva scritto sui libri di teoria: intelligenza artificiale. E questa è la bella notizia. La notizia meno bella è che quel po’ po’ di roba va governata. Analizzare i dati significa avere solide basi teoriche di statistica, cognizione dei metodi della ricerca e competenza su specifici linguaggi di programmazione nati all’uopo, come R. Quando avrai acquisito questo grado di conoscenza sarai un Data Scientist, una figura ricercata per la capacità di fornire una lettura dei dati utile al supporto delle decisioni.
L’Intelligenza artificiale è la tecnologia principale su cui si fondano anche gli assistenti vocali, come Amazon Alexa o Google Home (che delle Big 4 sono le più avanti su questo fronte). La programmazione di questi dispositivi passa attraverso software che sono l’equivalente delle APP per gli smartphone (si chiamano Skill, nel caso di Alexa, ed Action nel caso di Google). Le interfacce grafiche di questi software spariscono, perché gli utenti li usano con la voce, e diventa quindi competenza del Voice Designer riuscire a creare una buona esperienza d’uso.
Tutto sarà sempre più smart. Il fatto di avere una connessione a bordo di un prodotto è un trend che sta abbandonando le categorie merceologiche di elezione, come i telefoni o le tv, per approdare ad altre davvero distanti dal tech, come quella degli accessori (vedi gli occhiali Ryban Stories, con fotocamera e comandi vocali integrati). Il fatto che “in the future every company will be a software company” significa che non mancherà mai lavoro per gli Sviluppatori perché ogni azienda dovrà integrare questo genere di competenze al suo interno. Non importa quale quale linguaggio di programmazione conoscono se java, ruby, phyton o c#, ci sarà sempre qualche attività che dovranno lasciare in coda per le troppe richieste.
La rete di oggetti connessi sempre più estesa apre le porte ad una spinta di innovazione di prodotto. La rapidità dei cicli con cui questo avviene, però, non è quella tipica dei business plan a 24 mesi ma quella frenetica dei progetti impiantati su un business model canvas. Metodologie come scrum e agile diventeranno indispensabili per ogni azienda che vuole andare a mercato senza rimetterci le penne. Le relative professioni di queste discipline – Scrum Master e Agile Coach – saranno tra le più richieste in futuro per i benefici organizzativi che portano in azienda.
Ma chi accompagna quelle aziende di prodotto a stravolgere i propri modelli organizzativi e commerciali? serve una figura che abbia sufficienti competenze tech per vedere il futuro dell’azienda a distanza di tre anni ma che non manchi di quella sensibilità per affrontare un cambiamento culturale lento, progressivo ed irrinunciabile. Il Chief Digital Officer è il ruolo che incarna queste caratteristiche.
Blockchain è la tecnologia che rimane dopo i fuochi di artificio prodotti per il successo degli NFT o di altre variazioni sul tema. Di certo il mercato finanziario sarà (lo è già) scosso da quelle iniziative Fintech che hanno una spina dorsale tecnologica. Le professioni che ruotano intorno a questo ambito, tutte nessuna esclusa, avranno particolare seguito. Ma se prima, per assumere personale di una banca, potevi facilmente sfogliare l’elenco dei diplomati in ragioneria o quello dei laureati di economia, oggi dove trovi i candidati per queste posizioni? i Talent Acquisition, ovvero i “nuovi recruiter”, si muovono sul CV a presa diretta più conosciuto al mondo: Linkedin. Non sono solo psicologi: hanno anche la capacità di riconoscere quando un talento è tale e come può essere messo a capitale dall’azienda nel medio periodo.
Le criptovalute fanno rima con metaverso. E se è vero che abiteremo sempre più spesso mondi virtuali (non dire di no e pensa a quante ore passa tuo figlio immerso nel mondo virtuale del videogioco che sta usando) i Game Designer ed i loro parenti stretti Graphic Designer, saranno tra i lavori del futuro che non richiedono laurea ma grande abilità con lo storytelling e con 3D Studio Max.
Ulteriori note
A questo link trovi il report annuale del World Economic Forum (lingua inglese) che offre un’analisi davvero approfondita e puntuale sull’impatto della pandemia e delle competenza richieste dovute all’adozione delle tecnologie digitali nei prossimi 5 anni (2020-2025).
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