Perché parlare di Federico Faggin sul blog della nostra associazione? Per il seguente aneddoto 🙂
Qualche tempo fa, durante un raduno con alcuni membri fedelissimi della community, abbiamo ragionato sulla nostra identità e sulle motivazioni che ci hanno spinto a fondare un gruppo di e-commerce manager. La componente immateriale, orientata allo sviluppo delle qualità della persona (prima ancora delle caratteristiche professionali) ci hanno portato ad elaborare il nostro motto: “Cambia il mondo a partire da te”.
Le persone sono persone, prima di essere id, conti correnti, professionisti o titoli universitari e se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo prendercene cura, insegnando loro per prima cosa a prendersi cura di loro stessi. Questa visione spirituale (per non ripetere la parola immateriale, ma che ne è sinonimo) mi fa sentire particolarmente vicino ai temi che tratta Federico Faggin che mettono insieme scienza e filosofia secondo un modello fisico coerente.
Ma chi è Federico Faggin?
Federico Faggin è un nome che evoca il rispetto e l’ammirazione nella comunità tecnologica. Nato il 1° dicembre 1941 a Vicenza, Italia, Faggin è uno dei più brillanti e influenti ingegneri elettronici del nostro tempo. È noto soprattutto per il suo ruolo di pioniere nello sviluppo del microprocessore, che ha gettato le basi per l’avvento dell’era dei computer personali e ha rivoluzionato il mondo della tecnologia. La sua carriera è caratterizzata da una serie di innovazioni che hanno contribuito in modo significativo al progresso dell’elettronica e dell’informatica: dal microprocessore al touchpad e touchscreen.
È autore di due libri (“Silicio” e “Irriducibile”) di cui ti consiglio la lettura.
Federico Faggin iniziò la sua carriera nel campo dell’ingegneria elettronica alla Olivetti, e proseguì dopo essersi laureato in fisica all’Università di Padova. Si trasferì negli Stati Uniti d’America nel 1968, dove iniziò a lavorare presso la Fairchild Semiconductor, una delle principali aziende di semiconduttori dell’epoca. Fu proprio in questo periodo che Faggin iniziò a lavorare su un progetto ambizioso: la creazione di un microprocessore, un singolo chip capace di eseguire complessi calcoli e istruzioni.
La sua genialità e la sua dedizione lo portarono a sviluppare il primo microprocessore commerciale, l’Intel 4004, che fu lanciato nel 1971. Questa invenzione rivoluzionaria aprì le porte a un’era di espansione della tecnologia informatica, consentendo la creazione di computer sempre più potenti, accessibili e versatili.
I rapporti difficili con il management dell’Intel lo portarono a fondare la sua azienda – Zilog – di cui cedette tutte le quote alla Exxon (il primo investitore che finanziò l’impresa) una volta avviata definitivamente su scala globale.
Il periodo successivo di studi sull’intelligenza artificiale lo portarono ad interrogarsi per oltre vent’anni sulla coscienza e sui suoi “meccanismi” di funzionamento.
Faggin – in buona compagnia di innumerevoli altri scienziati – crede che la coscienza sia una delle questioni più complesse e affascinanti dell’universo.
I suo studi sulla coscienza iniziarono proprio con l’obiettivo di realizzare una macchina che ne fosse provvista. Faggin riconosce che, nonostante i notevoli progressi nella creazione di intelligenza artificiale, i computer e i robot non possiedono coscienza come gli esseri umani. Egli argomenta che la coscienza non può essere sintetizzata tramite algoritmi o calcoli matematici, poiché essa va oltre la mera capacità di elaborazione dei dati.
Uno degli episodi importanti che gli consentirono di giungere a queste conclusioni fu quella che chiameremmo “esperienza mistica”. Durante una notte di inverno, in vacanza con la famiglia, Faggin venne invaso da un amore universale, in cui si rese conto di essere egli stesso l’universo osservato dal suo peculiare punto di vista.
Da li iniziò un percorso introspettivo e spirituale che lo portarono a concludere che la coscienza viene prima della materia. La materia, quindi, “emerge” dalla coscienza e non è quindi possibile assegnare coscienza ad una macchina.
Secondo Faggin, l’intelligenza artificiale è una forma di intelligenza che si basa sulla programmazione e sull’elaborazione dei dati, ma non può essere paragonata all’intelligenza umana, che coinvolge anche la coscienza e l’esperienza soggettiva.
La logica con cui funzionano i microprocessori è “binaria” mentre le esperienza umane si descrivono secondo una logica “quantistica”, in analogia alla teoria con cui sono descritte le particelle atomiche. Secondo la stessa analogia, le emozioni (più in generale quelli che vengono detti “qualia”, plurale di “quale”) non possono essere riprodotte esattamente come di una particella non si può conoscere contestualmente la posizione e la quantità di moto (principio di indeterminazione di Heisenberg).
Faggin porta l’esempio dell’odorare una rosa. Un computer può avere una serie di sensori che gli consentono di riconoscere una rosa tra altri fiori. Ma quando noi annusiamo una rosa non solo ne riconosciamo il profumo ma sperimentiamo una emozione (qualia) che è diversa per ciascuno di noi e che non può essere riprodotta (per quanto bene ciascuno di noi provi a descrivere quell’emozione, non ne può riportare esattamente l’esperienza). Quell’emozione si manifesta in uno “spazio quantistico” che è di una qualità differente rispetto allo “spazio classico” in cui il computer riconosce la rosa.
Faggin esorta gli sviluppatori di intelligenza artificiale a considerare etica e sicurezza come aspetti fondamentali nel processo di sviluppo. Ad esempio, egli sottolinea l’importanza di garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano in grado di adattarsi in modo appropriato e sicuro alle varie situazioni, evitando possibili conseguenze indesiderate.
Federico Faggin è indubbiamente una figura ispiratrice nel campo della tecnologia e un pensatore profondo sulla coscienza e sull’intelligenza artificiale. Le sue idee ci invitano a riflettere sull’importanza di affrontare la tecnologia con responsabilità e umanità, tenendo conto dell’impatto sociale e etico delle nostre innovazioni. Le sue invenzioni e le sue riflessioni continueranno a guidare e a influenzare il progresso della scienza e della tecnologia, arricchendo il nostro mondo con soluzioni innovative e consapevoli.
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