Se nella tua testa c’è il dubbio amletico “cosa fare dopo le superiori?” è per due ragioni: o perché sei prossimo a finirle, oppure perché hai un figlio che è prossimo a finirele.
Ed in qualunque dei due scenari tu ti stia trovando, questo argomento mi piace un sacco e sarà un piacere affrontarlo con te.
Un tema importante
Mi piace affrontare questo tema perché sono convinto che ciascuno di noi abbia una sua inclinazione, un talento direbbe qualcuno, e che troppo spesso questo venga ignorato. Il danno, in queste circostanze, è due volte grave.
La prima perché l’autorealizzazione di ogni individuo passa necessariamente attraverso la conoscenza di sé. Detto in altri termini, se non sai chi sei, quali sono i tuoi limiti, i tuoi punti di forza e debolezza, c’è il rischio che tu non ti senta in armonia con te stesso.
La seconda è perché a far qualcosa che è contro la propria natura ne perde l’individuo ma anche la sua rete sociale, le persone che gli stanno intorno.
Fatta questa premessa mi avventuro sul terreno minato del dispensare consigli. Prendili con le pinze e parla sempre con le persone a te più vicine: non sono psicologo bensì un professionista dell’e-commerce appassionato alle persone e che sta assistendo alla trasformazione del mondo della formazione.
Se sei studente
Se sei nel caso in cui stai decidendo per te stesso, mi sento di indirizzarti verso questi punti di riflessione che sono frutto della constatazione diretta sul campo.
- raramente ho conosciuto persone che in età adolescenziale vedevano molto chiaramente quel che avrebbero voluto fare. Allo stesso tempo una cosa è certa. I ripensamenti costano. Se inizi una carriera da ingegnere iscrivendoti in università, 14 mesi dopo provi a mordicchiare l’esperienza dell’imprenditore facendo dropshipping e dopo altri 18 mesi cambi ancora ambito coltivando il sogno di diventare Youtuber il rischio è che butti via anni preziosi. Non che questo sia necessariamente un male ma lo diventa se questa forma di ricerca non è orientata a trovare risposte convincenti. Come si dice in gergo: fail fast, learn faster. Ogni ripensamento è vano se da questo non impari una lezione.
- guardar dentro di sé è molto più figo che non osservare quello che capita agli altri. Ognuno di noi ha il suo percorso. E ciascuno di questi è giusto. Immaginare che la vita sia una sequenza di eventi lineare è magari un desiderio ma che non ha a che vedere per nulla con la realtà dei fatti. Imparare ad accettare il tuo percorso, quale che sia, cercando di seguire le tue inclinazioni (che conosci se guardi dentro di te, non fuori) ti consegnerà serenità in futuro. “Si nasce incendiari, si muore pompieri”, si dice. Non perdere quindi quelle tue caratteristiche di ribelle. Si tratta di una forma di energia preziosissima, se riesci ad incanalarla ascoltandoti da dentro.
- il tuo network vale più di ogni altra cosa. Intanto perché le informazioni che acquisisci possono diventare moltissime proprio attraverso la tua rete sociale. E si sa, chi ha più informazioni, sceglie meglio. Poi perché le relazioni ti consentono di sviluppare altre relazioni e questa circostanza è favorevole. Dalle relazioni, oltre alle informazioni, puoi carpire anche le esperienze del tuo interlocutore, che sono la parte migliore di quel che ciascuno di noi può raccontare. Naturalmente starà a te saper filtrare tra informazioni di qualità o altre che non lo sono: si tratta di maturare un sano spirito critico. La tua rete sociale, composta da parenti ed amici, funge infine da rete di protezione nel caso di imprevisti, fuori programma o eventi spiacevoli della vita. L’uomo è un animale sociale ed avere un gruppo di riferimento è vitale.
Se sei genitore
Se sei un genitore ti invito a riflettere su alcune questioni con cui spesso mi sono cimentato, lavorando su progetti e-commerce in cui coesistevano le due generazioni:
- sembrano giochi ma sono lavori. Chi come me ha i capelli bianchi si ricorda delle ferie lunghe un mese, ad agosto, oppure del cliché del bancario in giacca e cravatta. I tempi sono molto cambiati e le professioni con loro. In particolare la rivoluzione digitale si è portata dietro un fiume di nuove competenze specialistiche che hanno un mercato vero. Occuparsi di SEO per Google, oppure di Game Design o ancora di gestione di campagne pubblicitarie per Amazon può sembrare apparentemente, per chi non ha sensibilità su questa industria, un hobby più che un lavoro. Ma non è così. Osservare che il mercato dei videogiochi è più grande di quello della musica e del cinema insieme significa cogliere l’essenza di questo cambio di prospettiva.
- i bisogni rimangono gli stessi, cambiano i modi con cui si conseguono. Ce lo insegna Maslow con la sua piramide, che rappresenta un modello valido a tutt’oggi. Non ci sono attività lavorative che sono particolarmente bizzarre perché quando una professione trova spazio è perché esiste un bisogno che deve essere servito. Certamente stiamo assistendo ad una “liquefazione” della società, a trend che prevedono cicli sempre più rapidi di nascita > sviluppo > esaurimento e forme di lavoro per gruppi ogni giorno più fluidi (basti pensare allo smart working). So che può essere un elemento di disturbo, per chi ama essere conservatore, ma per alleviare il fastidio basta pensare che è lo stesso che hanno sperimentato i nostri genitori nell’osservare noi e la nostra epoca, differente da quella che hanno vissuto loro.
- i giovani di oggi…tuo figlio è il prodotto della tua educazione. Spesso sento gettare discredito sui giovani, in particolare su quelli che hanno un’occupazione. “Perché non hanno voglia”, “Perché sono maleducati”, “Perché non hanno più contegno” e chi più ne ha più ne metta. Trovo paradossale che la causa si lamenti dell’effetto. I giovani sono il prodotto dell’educazione che è stata loro impartita. Cogliere con molta chiarezza le responsabilità significa ammettere che non si tratta di un problema di “generazione” o di “epoca” ma piuttosto di “genitori”. Quindi i giovani di oggi che sono stati educati da genitori incapaci di trasferire loro i valori più sani, avranno le loro difficoltà. Gli altri, no 🙂

Fonte: https://www.ediscom.it/blog/marketing/piramide-di-maslow.htm
Conclusioni
Saper scegliere la strada migliore per il proprio futuro significa compiere lo sforzo di conoscersi. Le professioni sono oggi molto differenti da quelle che erano considerate comuni, normali ed irremovibili da quella posizione che hanno conquistato nella società. Ed invece molti dei giovani di oggi svolgeranno un lavoro che, oggi, non esiste ancora e che si verrà a definire per via di un trend tecnologico. La consapevolezza di aver scelto la strada giusta, perché non ne esiste una sbagliata necessariamente, è un’opzione su una futura serenità.